Al Boccon Divino – Orta Nova

È sempre un piacere percorrere la Puglia in lungo e in largo. Anche, o soprattutto, quando le nostre settimanali peregrinazioni gastronomiche ci portano a scoprire il fascino degli angoli remoti, quelli esclusi dai classici itinerari turistici e lontani dalle località di maggiore richiamo. Magari per svelare il mistero di piccoli gioielli che meriterebbero una maggiore visibilità, come il museo della civiltà contadina di Orta Nova. Tre minuscole stanzette ricavate in una bella struttura architettonica appartenuta nei secoli scorsi ai gesuiti, dove vengono conservati con commovente devozione antichi attrezzi agricoli e utensili casalinghi, che sono tipiche testimonianze del tempo passato. Ma non è tutto, perché il culto delle ataviche consuetudini non è l’unica attrattiva di Orta Nova. Su una strada poco distante si affaccia infatti il portoncino del ristorante Al Boccon Divino, e anche in questo caso ci sorprende una piacevole atmosfera domestica d’altri tempi. Un’atmosfera che comincia a concretizzarsi nell’androne del palazzo, per poi acquistare corpo lungo le scale e negli ambienti del primo piano, che corrispondono all’ingresso e alla sala da pranzo di un’abitazione privata. Qui, tra travi in legno, piastrelle di ceramica e tante bottiglie a vista, a fare gli onori di casa troviamo i gentili Rocco Di Giulio e Stefania Derogatis, rispettivamente responsabili dell’accoglienza degli ospiti e dei fornelli. Se Stefania in cucina riesce a rielaborare e ad ammodernare gli insegnamenti ricevuti dalla mamma, Rocco in gioventù è stato folgorato dal mondo della ristorazione, pur appartenendo a una famiglia di imprenditori impegnati nel settore della grande distribuzione. E da circa un ventennio gestiscono insieme la loro attività, con un affiatamento che è il frutto di un sodalizio umano prima che professionale.

 

Ci sediamo dunque a tavola, e iniziamo un percorso interamente impostato sul tema dell’incontro tra le materie prime ittiche e gli ingredienti vegetali, con il particolare merito dall’utilizzo di prodotti reperiti e selezionati in prima persona dal patron. L’ottima vellutata di verza e patate con vongole, dentice e timo limonato, anticipa degnamente gli aromatici sentori del calamaro ripieno di ricotta con scampo, spigola e asparagi.

Mentre tra i primi gli gnocchi di patate fatti in casa con sbriciolata di rombo e vongole veraci, si alternano alle pappardelle con spigola, gamberi, carciofi e arancia.

La chiusura è affidata al tiramisù ai frutti di bosco, e durante la degustazione si possono assaggiare interessanti vini locali.

Esclusi i quali si spendono 60 euro.